Serigrafia 50

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Una tavola imprevista. Dovrebbe segnare il passaggio, con qualche motivo di richiamo visuale, tra l’annata ’92, dedicata alle scritture, e questo incombente ’93, dove dovremmo parlare dei lineali, o bastoni, o grotteschi che dir si voglia. Consideriamola una pausa che ci consente di tornare ad un argomento accantonato. La revisione voluta da Carlo Magno il quale, nel 789, si impone il compito di far riscrivere tutti i testi ecclesiastici in grafia Carolingia, accantonando quanto oramai ritenuto di difficile lettura. L’opera viene portata a termine da Alcuino di York (onore e vanto della tradizione anglosassone) direttore della Scuola Palatina di Acquisgrana e del Monastero di San Martino di Tours il quale, nel nome della rosa, disegnerà  il pi  bel Carolingio tondo chiaro che ci sia stato dato di vedere. Ma l’impresa deve essere considerata esemplare anzitutto poiché  afferma la necessità  di tornare alla funzione primaria dello scrivere. Farsi leggere. A titolo aneddotico citiamo altri interventi di revisione che paiono non essere stati dotati del medesimo risultato. Su «Grafica e Stampa» (Zanichelli Editore 1984) Giorgio Fioravanti racconta che nel 1920 Lenin insediò una commissione incaricata di studiare la possibilità di adottare, nelle Repubbliche Sovietiche, l’alfabeto latino in luogo di quello cirillico. Il progetto fu poi abbandonato, anche se negli ultimi tempi sembrerebbe tornare attuale. Qualcuno riporta inoltre che negli anni ’50, il Consiglio di stato della Repubblica Popolare Cinese aveva deliberato una riforma totale della loro scrittura, riforma intesa a sostituire gli ideogrammi con i caratteri usati da noi. Più che di una riforma pareva si trattasse di un eccidio, una violenza culturale perpetrata su trentamila segni. Pulizia etnica che l’avvento del linguaggio digitale sta accelerando. Infine la notizia di una revisione di successo. I bambini che hanno frequentato una scuola germanica tra le due guerre ricorderanno senz’altro di aver studiato «kennst du das Land wo die Zitronen blühen» su antologie tutte composte con caratteri Gotici. Nel 1944 Hitler, ritenendo indispensabile assumere un atteggiamento cosmopolita, oppure per convalidare le sue pretese espansionistiche, decreta l’adozione di caratteri latini. Il decreto andò in porto. Le mire espansionistiche furono fermate. La linea gotica fu scavalcata. I limoni tornarono a fiorire. Del carattere Gotico torneremo a parlare più tardi.
Serigrafia-1993-6-Iliprandi