1989

Autore: Giancarlo Iliprandi | Titolo: Storia del carattere

Terza numerazione
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Avevamo promesso, credo fosse due anni fa, di dedicare le copertine di Serigrafia alla storia del carattere. Poi la scoperta della riscoperta di un preciso periodo tipografico ci ha distolti dal compito, senza però cancellarlo dalla lista degli impegni.
Terza numerazione
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L’invenzione dei caratteri fonetici occidentali risale forse ai segni fenici a loro volta derivati da segni egizi. Naturalmente lettere simili, di forma e di suono, si trovano in tutti gli alfabeti dell’epoca, siriani, ebraici, greci, ma quello che a noi rimane più probante, come disegno, è il fenicio cananeo.
Terza numerazione
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La lapidaria quadrata o capitate, così come la attuaria, richiedeva un certo supporto ed un mezzo tracciante adeguato. La scrittura manuale prende esempio da questi modelli, partendo dalla capitale quadrata per arrivare alla capitale rustica ed alla unciale.
Terza numerazione
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Non staremo a raccontare cosa accadde a Magonza attorno al 1450 oppure nel 1464 a Subiaco, nel 1465 a Roma, nel 66 a Cracovia, nel 69 a Milano. Ai primi del Cinquecento assistiamo ad una nuova divisione proprio nel campo della stampa a caratteri mobili.
Terza numerazione
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Da Gutenberg a Bodoni il passo non è breve, molto più lungo di quello che separa il torchio dalla composizione foloelettrica. Perché tanti designers si sono curvati sui fogli e sui punzoni arricchendo la nostra storia con la cultura del segno.
Terza numerazione
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Così abbiamo immaginato cosa sarebbe accaduto se l’uso del colore avesse potuto prevalere, come lecito divertimento, sulla propria pertinenza. Perché il colore sa essere accento ma anche commento.