Serigrafia 33

Anno:
Autore:

G.B. Bodoni
Eccoci proiettati con le copertine di Serigrafia nel nuovo decennio, anzi siamo ormai nel 1991. Il tempo passa veloce, segna il futuro, questi sguardi sul passato potrebbero sembrare nostalgia per chi non crede nei corsi e nei ricorsi storici.
I ragazzi che sognano di mettere le mani sulla consolle di un Apple forse volteranno in fretta la pagina. Mio Dio ancora Bodoni, questo ci viene di nuovo a citare il Bodoni. Impresa semplice e difficilissima. Tutti sanno chi è Bodoni, pochi lo conoscono, pochissimi lo sanno usare appropriatamente. Non per colpa loro. Non è facile trovare una buona serie di tipi del Maestro. Non si usa più la composizione manuale che permetteva pazienti spaziature con certe «cartine», si impiegano supporti inadatti. Si vive nella fretta. Proverbio «La gatta frettolosa ha fatto i gattini ciechi» e comunque «Ars longa vita brevis». Contenti tutti? La fretta è cattiva consigliera, ci fa gettare tutto al macero anche in città nelle quali l’inquinameno visivo, non richiesto, ormai lascia poco spazio ai momenti di riflessione.
Così Milano, per via di una tradizione rabbiosa, abbatte continuamente i vecchi palazzi per edificare risibili grattacieli e certe piccole architetture antiche sopravvivono sporche e strette tra vetrine al neon.
Ma, per nostra fortuna, i campionari di caratteri conservano ancora una qualche dignità editoriale, sono composti in ordine alfabetico, godono del privilegio di comparazione ponderata, dal corpo 6 al corpo 36. Sono stampati nero su bianco senza giochi da illusionista. Sono «onesti» se il termine non risuonasse antiquato in un mondo di opportunisti che per snobismo posano a macchiavellici. Il fine giustifica il mezzo. Figuriamoci in una società dei media.
(testo originale apparso in Serigrafia n.33** – febbraio 91)
Serigrafia-33ns-iliprandi-1991-font-bodoni